Progetto per una scenografia flessibile e modificabile per il XXVIII Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani Tirocinio studenti SDS Architettura e Patrimonio Culturale (prof. Vittorio Fiore) INDA/UniCt
Gli studenti dell’Università degli Studi di Catania afferenti ai corsi di laurea in Architettura e in Promozione del Patrimonio Culturale con sede a Siracusa (SDS), durante le attività del tirocinio frutto della collaborazione tra Unict e Fondazione Inda (convenzione triennale responsabile prof. arch. Vittorio Fiore) hanno lavorato al progetto e alla realizzazione della scenografia per la XVIII edizione del Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani, che si terrà presso il teatro greco di Palazzolo Acreide.
La proposta nasce da un attento studio delle scenografie di alcuni artisti che si sono confrontati con i teatri antichi, da Duilio Cambellotti (primo scenografo a cimentarsi con il teatro greco di Siracusa) ad Arnaldo Pomodoro (artista che realizza le scene per il Centenario dell’INDA): sono citazione del primo le geometrie finalizzate alla restituzione di un’idea del mondo classico, secondo i caratteri di purezza, stereotomia e proporzionamento, escludendo l’uso di particolari decorativi o archeologizzanti; dal secondo si è ricavata un’impostazione basata su elementi modulari, assemblabili secondo una molteplicità di configurazioni che suggeriscono allo spettatore un’idea di spazi (urbani o domestici) e architetture (auliche o vernacolari).
La varietà dei testi teatrali scelti dai partecipanti al Festival troverà in questa scenografia versatile la possibilità di organizzare uno spazio personalizzato sulle necessità sceniche e sulle interpretazioni del testo. La scenografia è praticabile e movibile, anche a scena aperta, essenziale ed evocativa, e trova un riferimento importante negli Screen, storica e poliedrica creazione di Edward Gordon Craig.
La disposizione dei pezzi, a partire da una configurazione a blocco unico, può dar luogo a infinite composizioni regolate da una griglia modulare che suddivide il palcoscenico per accostamento, slittamento e rotazione degli stessi. I singoli elementi mostrano due superfici opposte materiche: una che riproduce la texture e la cromia della pietra locale siracusana, l’altra che suggerisce l’opulenza dei metalli nobili; la terza dimensione è nera secondo le finalità del teatro contemporaneo: neutralità e finzione.