Giuseppe Marletta (1906-1988)

Giuseppe Marletta (1906-1988) studia alla Scuola superiore di architettura di Roma, ancora studente si iscrive al MIAR (nel gruppo romano) e partecipa nel 1928 alla I Esposizione italiana di architettura. Il giovane architetto, fortemente sollecitato dal vivace clima culturale, orientò subito la propria carriera in ambito nazionale, partecipando a numerosi concorsi come quelli per la Palazzata a Messina del 1931 o per le preture a Roma nel 1934 e nel 1936, raggiungendo sempre risultati soddisfacenti. Dopo il definitivo rientro a Catania, nei primi anni quaranta, l’entusiasmo giovanile e gli ideali del razionalismo si mitigarono in una produzione architettonica “adattata” alla committenza locale piuttosto conservatrice e dunque poco favorevole ai cambiamenti di gusto. Testimoniano questa fase alcune esperienze emblematiche come la sede dell’agenzia CIT (Catania 1937), la palazzina Cardone (Catania 1938) o il borgo rurale di bonifica Antonio Cascino (Enna 1939). I materiali archivistici sono divisi in quattro sezioni: riviste, articoli di giornali, documenti, disegni; questi ultimo comprendono le sottosezioni: progetti di architettura e urbanistica, arredi, fogli sciolti e schizzi di architetture storiche (selezionati dallo stesso architetto, alcuni incorniciati), cartografia. Il lavoro di inventario è concluso e si sta procedendo alla redazione del catalogo. L’archivio non conserva interamente la produzione di Giuseppe Marletta: parte è purtroppo andata perduta, mentre la famiglia ha scelto di conservare la tesi di laurea, altri progetti e due album tematici: Urbanistica 1930-1977 e Arredamento 1929–1945. Il fondo custodito contiene: i disegni relativi alle opere giovanili; i concorsi d’architettura e d’urbanistica fra cui si annoverano la sistemazione del giardino Bellini del 1930, la Palazzata di Messina del 1931, i Piani regolatori per Catania del 1932, per Padova del 1933, per Rieti del 1937 e per Palermo del 1940; le opere della maturità a Catania; il progetto per il borgo di bonifica “Antonino Cascino” a Enna del 1939, numerosi progetti per edilizia pubblica (IACP e INA-CASA), progetti per committenza privata, progetti di arredo.

Si tratta soprattutto di disegni preparatori, schizzi e disegni definitivi redatti a matita su carta da lucido, copie eliografiche; molti recano firma autografa e annotazioni dello stesso architetto. spesso i progetti sono accompagnati da documentazione scritta: corrispondenza col committente, relazioni tecniche ecc.. Lo stesso architetto ha inoltre selezionato e raccolto in cartelle a parte i particolari costruttivi, disegni per serramenti, portali e finestre. La consistenza complessiva riguardante oltre 200 progetti con circa 4000 disegni (raccolti in cartelle, carpette e tubi) e 56 carpette di documenti oltre a 341 numeri di riviste (L'Architettura,cronache e storia; L’Architecture d’aujourd’hui), 109 articoli stralciati da quotidiani. Il Fondo è stato riordinato a cura della Prof.ssa Elisabetta Pagello.

I progetti menzionati constano, generalmente, di una documentazione grafica essenziale ma pregevole, ad eccezione del Borgo rurale Cascino, fornito di un’ampia documentazione. La parte più consistente dei disegni è riferita alla produzione degli anni Sessanta, Settanta e parte degli Ottanta; per questo motivo lo stato di conservazione può definirsi complessivamente discreto, anche se alcuni disegni richiedono un intervento di restauro.

Il Fondo Giuseppe Marletta è stato donato con atto formale dal figlio Paolo nel 2010.